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La prostata e la storia

La prostata e la storia

Molti conoscono i sintomi associati ad una patologia prostatica, ma pochi sanno come questi possono aver potuto alterare la storia negli ultimi secoli.

Napoleone III era affetto da una voluminosa ipertrofia prostatica. Così importante da aver avuto come complicanza una calcolosi della vescica che gli procurava sofferenze indicibili. Per lenire i dolori era costretto ad assumere dosi massicce di oppio. Proprio prima della battaglia di Sedan, in cui l’ esercito francese fu malamente sconfitto, ingerì a piene mani tale droga. Le scelte tattiche furono sicuramente influenzate da una ridotta lucidità, e chissà se senza la regale prostrata si sarebbe avuto il crollo dell’ impero francese.

Ed il pontificato di Innocenzo XI sarebbe durato più a lungo? Il genio di Michelangelo sarebbe stato modificato dalla riduzione dei patimenti e delle umiliazioni causategli dalla sua prostata. E Rousseau cosa avrebbe indossato al posto della veste armena che serviva a mascherare un catetere vescicale?

Esempi come questi sono molteplici ed hanno un grande significato.

Fino a pochi anni fa, da quando nel lontano 5000 a.C. ci giunge notizia dei primi disturbi urinari, nessuna terapia medica o chiurgica poteva modificare la storia naturale della Ipertrofia Prostatica.
Con la scoperta di un farmaco, la finasteride solo recentemente, si è potuto migliorare la qualità di vita degli over-cinquanta. L’uso cronico della finasteride riduce il volume prostatico dal 15 al 25% in 12 mesi soprattutto quando la ghiandola è molto grande e ciò produce un miglioramento significativo dei disturbi urinari con un miglioramento significativo del getto menzionale.

Ma il fatto più clamoroso che è emerso da un recente studio internazionale è la scoperta della riduzione della prevalenza del cancro della prostata in pazienti che assumevano quotidianamente la finasteride.

Negli ultimi 20 anni siamo passati dalla modificazione della storia naturale della ipertrofia prostatica a modificazione della evoluzione della ghiandola prostatica. Un piccolo neo. La finasterie può diminuire il desiderio sessuale in alcuni casi per cui il suo uso deve essere sempre sotto stretto controllo medico. In futuro cosa ci aspettiamo? Sicuramente che un numero consistente di ultraciquantenni non dovranno ricorrere più al bisturi dell’urologo e considerando il progressivo costante invecchiamento della popolazione, si potrà registrare una riduzione della spesa sanitaria per la terza età.

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